Le ricette del prof. Socrate Sciusciapinseri
di Salvatore Paolo Garufi Tanteri
Il Minestrone della virtù

“Logghiu consa a ‘nsalata!” sentenziò il prof. Socrate Sciusciapinseri. “L’olio aggiusta l’insalata!”

La frase era di quelle storiche, come storica sarebbe stata quella notte di capodanno nella taverna La Casa del Sogno Antico, cuore magico del vecchio quartiere di San Pietro.

Persino Mazzacanagghia si morse la lingua e non disse nulla.

Ammuccabanneri, invece, se ne uscì con la sua solita risata e chiese:

“Che piripitollerie ci dite, professore?”

“Se non le hai capite” lo rimbeccò Mazzacanagghia, “devono essere piripitollerie intelligenti!”

In verità, quella notte, grazie alle misteriose amicizie del professore, si doveva svolgere un incontro segretissimo. Il capo della Lega e la presidente di Fratelli d’Italia sarebbero arrivati insieme all’una. All’una e dieci avrebbero bussato alla porta i tre leader di Cinque Stelle ed il segretario del Partito Democratico. Italia Viva ed una paio di cani sciolti sarebbero comparsi per ultimi, ma si sapeva che avevano già la ferma intenzione di contestare l’incontro… e pure il menu.

“Ma, di preciso, chi e quanti ne vengono, stanotte?” chiese ancora Ammuccabanneri,

“Meglio che non mettiamo a tavola i coltelli!” esclamò Mazzacanagghia.

“Non credo che ce ne sia bisogno” disse il professore. “Cane non mangia cane.”

“Già!” approvò Mezzacanagghia. “E’ l’eterna storia dei ladri di Pisa, che di giorno bisticciavano e di notte andavano a rubare assieme.”

“Non è così!” esclamò il prof. Sciusciapinseri. “Voi ragionate come bulli di periferia e non come politici…”

Si accese una sigaretta e prese l’espressione seria di quando metteva insieme le sue due grandi passioni: la riflessione e la cucina.

“La politica” riprese, “se è di quella buona deve essere come l’olio Mallia, extra-vergine d’oliva e spremuto a freddo. L’olio mette in riga anche i sapori più contrastanti. Per questo, stanotte il concetto lo spiegheremo con un piatto forse un po’ pesante, ma gustoso. Prepareremo una ricetta abruzzese, il Minestrone della Virtù… Metteremo insieme mezzo chilo di legumi – tra fave, fagioli, lenticchie, ceci e qualche chicco di grano – Bolliremo a parte un piede di maiale e centocinquanta grammi di cotiche. Inoltre, lesseremo un chilo di verdura mista – cicoria, bietole, carote, sedano, invidia, cipolla, basilico, prezzemolo e uno spicchio d’aglio -. Il tutto verrà tagliato a pezzettini e messo in una frossa pentola, aggiungendovi quattro pomodori maturi tagliati in piccole parti, sale, peperoncino, noce moscata e un chiodo di garofano polverizzato…”

Qui il professore si fermò e cominciò a mettere in fila sul tavolo di marmo pentolame ed ingredienti.

“Al momento di mettere a tavola, poi..” disse piano e pensieroso, “la politica farà, cioè il nostro olio, farà la sua comparsa. Tutti quei sapori che, fino ad un attimo prima, si insultavano troveranno una mediazione, per dar vita a un qualcosa di nuovo e degno di un grato ricordo!”